Com'è cambiato il ruolo dell'artista nel corso del tempo?
Da sempre l'umanità ha avuto i suoi artisti e la sua arte. La figura dell'artista non è rimasta sempre uguale. Egli, nel tempo, ha anzi assunto sempre funzioni ed identità diverse.
Nelle società preistoriche era presente un artista-stregone; l'arte allora era infatti perlopiù una "pratica magica". Il suo scopo era quello di rendere la caccia propizia. Egli, in quanto capace di immortalare il reale in immagini, era rispettato e temuto per i suoi "poteri magici".
Molto più tardi, nel periodo dell'Impero Romano e dei sovrani orientali, s'afferma un altro tipo d'artista, il dignitario di corte. Questi era al servizio dei governanti ed era, essenzialmente, un ignoto tecnico che realizzava opere glorificanti il potere. In questo periodo, difatti, l'arte era spesso strumento d'affermazione del sovrano.
Anche nel Medioevo l'artista visse nell'anonimato. Spesso artigiano, creava gioielli per corti gote e longobarde. Oppure intento a decorare, con mosaici e sculture, le cattedrali.
Nel Rinascimento invece, l'artista si afferma nella società in quanto uomo di cultura. Spesso con questo nome si intende anche scienziato, musicista e poeta.
Dall'Ottocento le cose cambiano. Si afferma un certo modello di economia a cui l'artista deve adeguarsi. Nasce così l'artista borghese. Il mercato dell'arte inizia a muoversi, come in ogni altro settore, intorno al rapportarsi di domanda ed offerta. Se nel passato l’arte è stata sempre al servizio del potere, nel Novecento con l’affermarsi delle Avanguardie l’artista ha conquistato una maggiore libertà d’espressione diventando l’arte strumento di contestazione sociale. Oggi invece secondo l'artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto, l’artista deve coniugare l’espressione creativa e l’impegno sociale per influenzare positivamente le trasformazioni ambientali, sociali e interculturali.
Secondo Pistoletto, la nuova autorità dell’artista deve essere quella di operare un cambiamento sociale che diventa opera d’arte. La società è il nuovo fenomeno che l’arte deve ricreare, e non più dipinti e sculture, spingendo la gente verso un nuovo senso di responsabilità attraverso la partecipazione diretta a manifestazioni collettive che tendono a sollecitare l'assunzione di una responsabilità sociale, sentendosi così protagonisti del cambiamento. La sua ricerca lo porta a Biella ad elaborare un progetto definito da lui stesso «Terzo Paradiso», una grande operazione artistica organizzata insieme a comunità di tutto il mondo.
Michelangelo Pistoletto Michelangelo Pistoletto è un artista nato a Biella nel1933; ha raggiunto in poco tempo riconoscimento e successo internazionali, che lo hanno portato a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti. Considerato uno dei maestri dell’Arte povera esordisce nel 1967 con la “Venere degli Stracci”. Per i poveristi era più importante la componente concettuale che la ricerca estetica. L’artista utilizzando infatti materiali poveri esprime il suo concetto poetico. L'installazione è costituita da un scultura in cemento, riproduzione della statua Venere con mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen, affiancata da una montagna di stracci simbolo della società dei consumi. La sua intenzione era provocatoria. Mettendo in relazione una forma classica, simbolo ideale di ordine e bellezza, con il disordine ed il degrado rappresentato dagli stracci intendeva criticare il cieco e distruttivo consumismo della società moderna. Nel corso degli anni Novanta, con la creazione a Biella di Cittadellarte Pistoletto crea una casa dell’arte dedicata allo studio di nuove pratiche che prevedano la partecipazione della comunità ad eventi e progetti artistici con l’obiettivo di produrre una trasformazione responsabile della società.
Venere degli stracci
Il Terzo Paradiso è una grande operazione artistica organizzata insieme a comunità di tutto il mondo che consiste nel realizzare opere collettive all’aperto che riproducono il simbolo del Terzo Paradiso, riformulazione del segno matematico dell’infinito. Si tratta di un’ opera concettuale volta a diffondere una cultura di responsabilità nei cambiamenti sociali ed ambientali. Il primo cerchio rappresenta il «paradiso naturale» in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura, il secondo cerchio rappresenta il «paradiso artificiale» creato con la scienza e la tecnologia, fatto di prodotti artificiali, di bisogni artificiali e di ogni altro artificio che ha portato allo sfruttamento della natura, degradandola e distruggendola, l’anello centrale rappresenta il «Terzo Paradiso» cioè la terza fase della civiltà umana che si realizza attraverso l’arte e l’impegno sociale di ciascun individuo.
“Il Terzo Paradiso, il mare di plastica” - Catania
L’opera collettiva più famosa di Michelangelo Pistoletto in Sicilia è stata realizzata nel 2019 nel porto di Catania. L’installazione denominata “Il Terzo Paradiso, il mare di plastica” ha richiesto l’impiego di oltre 2.000 Kg di plastica e oltre 500 ore di lavoro, coinvolgendo cittadini, operatori del territorio e in prima fila i docenti e gli allievi della Scuola di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Catania. Gli stessi cittadini hanno raccolto la plastica dal mare, come gesto di responsabilità pubblica per fronteggiare l’inquinamento del mar Mediterraneo. E’ la prima volta che il Terzo Paradiso è stato realizzato con rifiuti plastici a sottolineare la grave minaccia ambientale che interessa il nostro mare dove l’85% dei rifiuti dispersi in acqua sono in plastica.
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