LA GREEN ECONOMY Un nuovo modello di sviluppo economico





Non esiste un Pianeta di riserva e l’impegno a salvaguardia dell’ambiente sta diventando di giorno in giorno più rilevante. Anche l’economia si sta gradualmente adattando a un nuovo modello di operare, con l‘obiettivo di ridurre il proprio impatto ambientale: è la cosiddetta Green economy. Si definisce green economy o più propriamente economia ecologica, un modello teorico di sviluppo economico che prende origine da un'analisi bioeconomica del sistema, dove oltre ai benefici di un certo regime di produzione si prende in considerazione anche l'impatto ambientale, cioè i potenziali danni prodotti dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione, passando per il loro trasporto e trasformazione in energia e prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la loro definitiva eliminazione o smaltimento. La definizione più diffusa di economia circolare è questa: “Un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo con due tipi di materiali:

• biologici, quelli che posso essere reintegrati nella biosfera.
• tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.

Per far sì che i rifiuti biologici aumentino il nostro capitale Dobbiamo cominciare a ripensare e riprogettare i prodotti, le loro parti e le loro confezioni, utilizzando materiali sicuri e compostabili che aiutino a far crescere meglio cibi e piante. Mentre quando si parla di materiali tecnici, si fa proprio riferimento alle lavatrici, ai cellulari e ai frigoriferi che non sono certo costruiti con materiali biodegradabili. In questo caso si deve parlare di un altro tipo di recupero: un sistema per riciclare i preziosi metalli, polimeri e leghe di cui sono fatti, in modo che mantengano le loro qualità e continuino ad essere utili al di là del funzionamento previsto per il singolo prodotto di cui fanno parte.Il termine circolare sta a indicare proprio questo flusso continuo che prevede l’estrazione, la produzione, l’uso e poi il riuso o il riciclo. Un sistema che farebbe bene all’ambiente, alla società e anche all’economia. La malattia professionale, invece, non è legata ad un singolo evento, ma è la conseguenza di un lungo periodo di esposizione ai fattori di rischio dell’attività. Una malattia professionale può risultare più complessa da gestire soprattutto nel caso in cui non ci sia un immediato e comprensibile rapporto di causa effetto tra l’attività lavorativa e la malattia del lavoratore. Quando si parla di salute e sicurezza sul lavoro si fa riferimento a norme e strategie che hanno l’obiettivo di prevenire e proteggere i lavoratori membri dell’azienda. Ci sono da considerare diversi aspetti, primo fra tutti il benessere fisico dei lavoratori per la prevenzione di incidenti e malattie professionali. L’azienda ha l’obbligo quindi di fornire tutti gli strumenti necessari: dai macchinari sicuri, ai dispositivi di protezione personale. Non è da sottovalutare anche l’importanza del benessere sociale e mentale, direttamente collegato con la qualità dell’ambiente lavorativo. Questo aspetto è sempre più rilevante per le aziende che desiderano avere dipendenti produttivi e proattivi, soddisfatti e coinvolti. Lo Stato italiano ha emanato nel 2008 il Decreto Legislativo 81, un Testo Unico che contiene tutte le indicazioni e le normative per garantire salute e sicurezza sul lavoro e le relative sanzioni in caso di mancato adempimento.

https://www.green.it/green-economy-la-crescita-economica-sostenibile/



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