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LAVORO E COSTITUZIONE Gli articoli della Costituzione che tutelano il lavoro
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'' Se vol volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate li o giovani, col pensiero, perchè li è nata la nostra Costituzione ." -PIERO CALAMANDREI https://www.quotidianolegale.it/referendum-costituzionale-discorso-sulla-costituzione-di-piero-calamandrei/ La Costituzione è l'insieme dei principi fondamentali di un ordinamento giuridico, e sancisce le regole di vita sociale, relazioni tra cittadini o tra stato e cittadino. Il testo della Costituzione della Repubblica italiana è stato approvato dall'Assemblea costituente alla fine del 1947, promulgato dal Capo provvisorio dello Stato, De Nicola, ed è entrato in vigore nel 1948. Articolo 1 "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
CHARLES DICKENS Child labor in the Victorian Age
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Dickens was born in Portsmouth, on the south coast of England Charles DICKENS (1812-70) He had an unhappy childhood, since his father went to prison for debt and he had to work in a factory at the age of twelve. These days of sufferings were to inspire much of the content of his novel. His autobiographical novels are Oliver Twist, David Copperfield, Little Dorrit; their protagonists all became the symbols of an exploited childhood confronted with the grim and bitter realities of slums and factories. In the novel “Oliver Twist “Dickens attacks one or more social evils: workhouses, repressive education and capital punishment. In all these novels, the greatest victims are the children, are exploited and deprived of their freedom a right that every person should have. the passage "the workhouse" makes us understand perfectly the living conditions of the children and how the latter were malnourished, dehydrated and dirty; Every child had to survive with a little portion of foo
ARTE E IMPEGNO SOCIALE Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e l’arte partecipata
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Com'è cambiato il ruolo dell'artista nel corso del tempo? Da sempre l'umanità ha avuto i suoi artisti e la sua arte. La figura dell'artista non è rimasta sempre uguale. Egli, nel tempo, ha anzi assunto sempre funzioni ed identità diverse. Nelle società preistoriche era presente un artista-stregone; l'arte allora era infatti perlopiù una "pratica magica". Il suo scopo era quello di rendere la caccia propizia. Egli, in quanto capace di immortalare il reale in immagini, era rispettato e temuto per i suoi "poteri magici". Molto più tardi, nel periodo dell'Impero Romano e dei sovrani orientali, s'afferma un altro tipo d'artista, il dignitario di corte. Questi era al servizio dei governanti ed era, essenzialmente, un ignoto tecnico che realizzava opere glorificanti il potere. In questo periodo, difatti, l'arte era spesso strumento d'affermazione del sovrano. Anche nel Medioevo l'artista visse nell'anonimato. Spesso artigiano
IL LAVORO NEL PENSIERO DI MARX Il lavoro nella società capitalista
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Ideologia marxista “Si possono distinguere gli uomini dagli animali per la coscienza, per la religione, per tutto quello che si vuole; ma essi cominciarono a distinguersi dagli animali allorché cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza… Producendo questi gli uomini producono indirettamente la loro stessa vita materiale ” ( Ideologia tedesca , del 1845). L’uomo crea dunque la propria seconda natura attraverso il lavoro, cioè un rapporto attivo con la natura: dopo aver attuato un attenta analisi dell’Uomo nella società capitalista, Marx studia il fenomeno dell'alienazione in cui è il soggetto stesso a diventare merce. Nel lavoro si realizza o la liberazione dell’Uomo o la sua alienazione sociale e politica. I n seguito Marx considererà la società come una collettività di uomini e constaterà che i soggetti che la costituiscono si differenziano in classi, secondo il loro rapporto con i mezzi di produzione, ovvero il lavoro. Lo schiavismo antico, la servitù della gleb
LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE Coltan e schiavitu' nella produzione dei nostri smartphone
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In molti paesi ancora sottosviluppati, un problema molto rilevante è quello dello sfruttamento soprattutto minorile, principalmente frequente nei lavori manuali e sottopagati. Un esempio tra i vari lavori che richiedono uno sforzo fisico superiore rispetto ad altri lavori è la raccolta del COLTAN. Il Coltan è un minerale di superficie utilizzato nella produzione di smartphone e apparecchi elettronici. E’ presente principalmente in Congo, dove si trovano circa l’80% delle risorse mondiali. Per estrarlo i lavoratori devono ricavare numerosi tunnel; il disagio principale è che questi tunnel vengono scavati a mano poiché i paesi così poveri sono sprovvisti di macchinari scavatori. Oltre ad essere faticoso da estrarre, il coltan è anche radioattivo e ciò significa che nuoce alla salute dei lavoratori e soprattutto dei bambini che lo ricavano. Il Coltan, però, non provoca danni solamente a chi lo estrae, ma all'intera regione coinvolta.
Nella Repubblica Democratica Del Congo, infatti,
IL TEMA DEL LAVORO NELLA LETTERATURA LATINA Fedro il poeta degli umili e Seneca
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Nella letteratura latina il tema del “lavoro” era presente già ai tempi della dinastia Giulio-Claudia; molti autori latini inserivano l’argomento nelle opere poiché queste avevano, nella maggior parte dei casi, scopi ben precisi come educare il pubblico o volgere una critica alle classe più abbienti e allo stesso imperatore. Ad occuparsi della denuncia alle classi abbienti fu un’autore proveniente dalla Macedonia, deportato a Roma come schiavo e successivamente divenuto liberto, ovvero Fedro. Egli, nonostante non fosse ben visto dalla società romana per la sua classe sociale e non fosse ben considerato dagli autori del tempo, scrisse un’opera ispirandosi alle Favole di Esopo, le “Fabulae” (Apprendix Perottina) composte da 5 libri e appartenenti ad genere letterario della favolistica, considerato al tempo “minore”. Fedro è stato definito poeta degli umili, in quanto nelle sue favole si schiera sempre dalla parte dei più deboli, denunciando i soprusi che essi subiscono; in particolar